OMEOPATIA E MEDICINA NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA
Le opportunità di una collaborazione La medicina allopatica e quella omeopatica operano secondo principi differenti e per la maggior parte in modo indipendente. Vi sono però situazioni in cui i pazienti che assumono farmaci hanno bisogno di un supporto per poter mantenere un buon livello energetico nel corso delle terapie. Una collaborazione tra le due medicine è più che mai auspicabile.
Una delle caratteristiche dell’omeopatia, e di altre tecniche di medicina alternativa e complementare, è di mettere al centro l’individuo nella sua completezza e complessità, offrendo trattamenti su misura. È questo uno dei fattori attrattivi dell’omeopatia che sta avendo un crescente riconoscimento tra i pazienti, e che meriterebbe più attenzione anche nell’ambito della medicina ufficiale. Anche la ricerca medica contemporanea è, infatti, sempre più interessata a comprendere
e prevedere le reazioni individuali alla somministrazione di farmaci, in quanto è oggi chiaro che le modalità di risposta, diverse e specifiche per ogni individuo, molto spesso determinano il successo delle cure.
I grandi avanzamenti nella genetica hanno fatto luce su molti aspetti e sempre di più la genetica è un ausilio importante nella diagnosi e nella definizione dei piani di cura. Anche per la ricerca medica è chiaro ormai che le modificazioni genetiche che portano alla manifestazione di una malattia sono molto spesso in diretta relazione con gli stimoli ambientali e gli stili di vita (fumo, alcol , alimentazione, stress, emozioni , ecc). Aiutare un organismo a rafforzarsi e a reggere con più equilibrio gli stress, ambientali, emotivi o farmacologici diventa quindi molto importante. Qui entra in campo l’Omeopatia. Essa interagisce con il “sistema” individuo, inteso come una struttura complessa (fisica, mentale ed emotiva), interattiva e interdipendente e in costante adattamento agli stimoli dell’ambiente che lo circonda. L’omeopatia è la scienza che studia come supportare l’ individuo affinché possa rispondere nel modo più efficiente possibile alle sfide a cui è sottoposto.
La collaborazione tra le due scienze è già iniziata: molti pazienti che devono assumere terapie farmacologiche cercano anche il supporto di omeopati. Il mondo omeopatico osserva da anni oramai il fatto che, se da un lato farmaci moderni sono sempre meno invasivi, spesso lo stato di salute generale del paziente, le risorse che ha a disposizione per beneficiare del farmaco, sono ridotte. La sua vitalità compromessa dalla malattia o dalle cure farmacologiche diventa un ostacolo al trattamento. E gli omeopati hanno potuto verificare che il loro supporto spesso aiuta il paziente a recuperare e a mantenere il più possibile un
migliore stato di salute generale, così da poter interagire col farmaco nel modo più efficiente possibile. La medicina omeopatica ha potenzialità preventive e curative molto importanti, ma la mancanza di dialogo con la scienza medica ufficiale la rende oggetto di denigrazioni. Forse questo lavoro di sostegno dei pazienti che devono assumere farmaci può essere il terreno dal quale potranno nascere le evidenze che saranno la base di una futura effettiva collaborazione.
Spesso la responsabilità di un cattivo dialogo con i medici è degli stessi omeopati che bollano la scienza e medicina come qualcosa di totalmente avulso dall’omeopatia. Purtroppo questo atteggiamento rinnega l’operato dello stesso fondatore dell’omeopatia, Samuel Hahnemann, che con grande ed estrema scientificità iniziò per primo, alla fine del 1700, lo studio del vero potere specifico delle sostanze medicinali, opportunamente preparate, su gruppi di individui sani, con gruppo di controllo. Lui era uno scienziato. E come tutti gli scienziati voleva che i risultati dei suoi esperimenti derivassero unicamente da osservazioni ripetute e ripetibili così da tendere a una sicurezza, fondata sull’esperienza. È giunto il momento per il mondo omeopatico di cercare di tradurre in un linguaggio scientifico contemporaneo i principi e le regole della scienza omeopatica che ci è stata tramandata da Hahnemann. La scienza che ci ha insegnato, è una scienza in grado di dialogare con la complessità degli organismi perché non insegna solamente come leggere l’organizzazione di un sistema, quale rimedio scegliere per stimolarne la riorganizzazione più favorevole, e come somministrarlo, ma anche, e soprattutto, come interpretare i movimenti che si manifestano dopo una somministrazione, la direzione di cura, quando ripetere un rimedio, quando aspettare, quando cambiare.
Nell’ambito di una medicina sempre più individualizzata l’omeopatia può apportare competenza e risultati. È necessaria però la giusta preparazione. Diventare omeopati è un lungo percorso, oggi normato dal governo federale. Ma non bisogna scoraggiarsi: l’ispirazione e il desiderio di ricerca sono il vento che riempirà le vele di chi vorrà iniziare questo meraviglioso percorso.
Francesca Alliata James
Accademia di Omeopatia
www.accademiadiomeopatia.com
(articolo pubblicato in Gente Sana, 2018)